domenica 14 giugno 2009

DEMOLIZIONE EX SCUOLA PASCOLI A SPINEA - Se non possiamo salvare gli alberi, salviamo almeno i nidi


Uno dei candidati sindaci di Spinea, quello che rappresenta la continuità con la politica di 10 annni di cementificazione, durante la campagna elettorale ha tenuto tanto a presenziare alla cerimonia di abbattimento della ex scuola elementare Giovanni Pascoli, difronte alla chiesa di Santa Bertilla.
Chi non è di Spinea non può sapere che nel piano di desertificazione cementizia progettata negli ultimi 20 anni da varie giunte, quelle di centro sinistra prima, quelle di centro destra ora, c'è la realizzazione di una piazza proprio dove una volta esisteva una


scuola elementare con
l'abbattimento dell'annesso meraviglioso parco formato da una quindicina di alberi di alto fusto.
Al posto della scuola abbattuta sarà edificato un centro commerciale polifunzionale.
Quando la scure implacabile dell'impresa appaltatrice abbatterà le oltre quindici piante che fanno parte della piccola oasi che si è costituita negli anni nel giardino della scuola abbandonata è probabile che non ci sarà nessuna cerimonia, perchè ci sarebbe da vergognarsi.
Quando la giunta di centro destra guidata dal sindaco Tessari ha nel 2004 approvato la demolizione e il Piano Particolareggiato, ex Piano Norma 18, l'opposizione aveva temporaneamente bloccato la realizzazione del centro commerciale con interrogazioni e richieste di intervento della Sovrintendenza alla tutela dei monumenti storici, definendo la scuola un edificio da tutelare, suggerendo di salvarla e recuperarla.
La battaglia poltica e immobiliare alla fine l'ha vinta il centro destra e agli alberi, purtroppo, nessuno ha più pensato.
La progettazione fatta da architetti col pollice grigio e committenti altrettanto insensibii, non hanno disegnato il nuovo edificio con l'intento di preservare i numerosi alberi di Olmi, di Tigli e di Aceri del parco dell'ex scuola dal cemento dei loro nuovi edifici.
Ancor meno hanno pensato alle numerose specie di volatili che da anni nidificano in quegli alberi.
Ora la speranza di salvare gli alberi è legata solo ad un buon senso, che tutti sappiamo non governa nella logica del portafoglio e degli interessi immobiliaristi.
L'unica strada da percorrere è quella di tentare di salvare dall'abbattimento i nidi e i piccoli degli uccelli che nidificano in quegli alberi.
Per analogia con le specie presenti nel vicino parco della villa adiacente al Rio Cimetto e all'anagrafe dei volatili della zona, si può presumere che vi abbiano trovato dimora le specie che sono presenti in tutta l'area che comprende le ex cave e l'oasi dei vari parchi delle numerose ville venete presenti lungo via Roma oltre che quella del Parco Nuove Gemme.
Infatti si può ipotizzare che nel parco retrostante la ex scuola si è creato un biotopo naturale, essendoci presenza di piante tipiche delle siepi campestri, quali il Tiglio, l'Olmo e l'Acero, che ha favorito la nidificazione di alcune specie come per altre zone, con la presenza dell'allodola, del Gheppio e della Poiana, oltre che del Picchio rosso maggiore e del Cuculo.
Ora non è possibile stimare se vi sono ancora nidi con i piccoli o uova da schiudere, certo che una verifica è d'obbligo prima che siano abbattuti.
Occhio che questi non hanno sensibilità ambientale! bisogna fare qualcosa!

giovedì 4 giugno 2009

ACQUA PUBBLICA FINO AL 2018




Ezio Da Villa - VERDI
Assessore Politiche Ambientali : Rifiuti, Acqua, Aria, Energia, Controlli e sanzioni ;Pianificazione Ambientale, Parchi e Boschi; Ciclabilità (in accordo con l'Assessore alla Viabilità), Servizio Geologico, Tutela del territorio

"Solo un´attenta gestione pubblica può assicurare al territorio e ai cittadini, la tutela delle risorse idriche, l´equità delle tariffe e la trasparenza ed efficienza del servizio». «In molti comuni di altre province italiane - aggiunge - dove gli acquedotti, le fognature e la depurazione sono stati affidati ai privati, abbiamo riscontrato un aumento delle tariffe e un ingiustificato distacco tra cittadino e azienda di erogazione del servizio".








Tratto da La Nuova venezia

GIOVEDÌ, 04 GIUGNO 2009 Cronaca

Con un euro di acqua Veritas fai mille bottiglie di minerale

L´acqua di Veritas costa un euro a metro cubo, pari a mille bottiglie di minerale che costerebbero non meno di 400 euro. Un «privilegio» per 650 mila cittadini veneziani che, oltre a pagare una delle più basse tariffe praticate in Italia, beve dal rubinetto di casa acqua delle stesse sorgenti utilizzate da una nota marca di acqua minerale. Tutto ciò - osserva Ezio Da Villa almeno «fino al 2018, grazie alla gestione pubblica». «Tariffe contenute e alta qualità - sottolinea l´assessore provinciale all´Ambiente, Ezio Da Villa che è anche presidente dell´Aato Laguna, l´ente di bacino che gestisce il ciclo dell´acqua - non sarebbe possibile garantirli se non avessimo deciso pochi giorni fa di mantenere la gestione pubblica dell´acqua attraverso un´azienda come Veritas, società controllata dalle amministrazioni comunali e nella quale suono confluite Vesta, Asm, Asp e Spim». La scorsa settimana, infatti, con l´unanimità di consensi di 20 comuni della provincia di Venezia e i 5 di Treviso (dove sono dislocate le risorgive da cui preleva l´acqua) è stata approvata la decisione di mantenere «in house», cioè sotto il totale controllo pubblico - almeno fino al 2018, dopo di che si potrà rinnovare - del «servizio idrico integrato» che comprende oltre alla gestione dell´acquedotto che serve un bacino di 650 mila abitanti, anche la rete fognaria e gli impianti di depurazione che trattano «acque bianche e nere» prima di riversare le acque reflue nella laguna di Venezia. «Quella che abbiamo preso pochi giorni fa, tutti insieme e senza alcun distinguo, è una decisione storica e importantissima - sottolinea l´assessore provinciale all´Ambiente, Ezio Da Villa -. Solo un´attenta gestione pubblica può assicurare al territorio e ai cittadini, la tutela delle risorse idriche, l´equità delle tariffe e la trasparenza ed efficienza del servizio». «In molti comuni di altre province italiane - aggiunge - dove gli acquedotti, le fognature e la depurazione sono stati affidati ai privati, abbiamo riscontrato un aumento delle tariffe e un ingiustificato distacco tra cittadino e azienda di erogazione del servizio». Tariffe contenute e qualità dei servizi, infatti, sono i due cardini che hanno fatto decidere i 25 comuni governati tanto dal centrosinistra che dal centrodestra che fanno parte dell´Aato della Laguna, l´affidamento in «house», piuttosto che la privatizzazione - per farne un «business» ceduto a società private con una gara d´appalto - come hanno, invece, fatto molti comuni in Italia (sopratutto in Umbra, Toscana e Lazio) e in città Europee, come Parigi, per poi pentirsene. L´acqua potabile erogata da Veritas, meglio conosciuta anche come «l´acqua del sindaco» per la nota campagna di promozione, è di «ottima» qualità - come certificano i costanti controlli nazionali - ed è distribuita da una rete di tubazione di oltre 3.600 chilometri. Dai rubinetti del bacino servito da Veritas esce soprattutto acqua di falda, attinta da una sessantina di pozzi a una profondità cha varia da 60 e ultimamente, a causa dei prelievi eccessivi degli ultimi anni anche da parte dei privati, a 300 metri. In rete viene immessa anche una percentuale di acqua di superficie, potabilizzata nell´impianto di Cavanella (Chioggia), che tratta l´acqua dell´Adige, e di Cà Solaro (Mestre) che preleva l´acqua dal Sile, il principale fiume italiano di risorgiva. «Negli impianti di Veritas - spiega ancora Da Villa - è in funzione un sistema di filtri a carbone attivi in grado di migliorare il gusto e le caratteristiche dell´acqua potabilizzata, fino a renderla del tutto simile a quella di falda». Ogni anno Veritas effettua circa 10.000 esami di laboratorio e analizza oltre 200.000 parametri. I 25 comuni dell´Aato della Laguna sono - per nella provincia di Venezia -, Campagna Lupia, Campolongo, Camponogara, Cavallino-Treporti, Chioggia, Dolo, Fiesso, Fossò, Martellago, Mira, Mirano, Mogliano, Morgano, Noale, Pianiga, Salzano, Santa Maria di Sala, Scorzè, Spinea, Stra, Venezia, Vigonovo. A questi comuni si aggiungono quelli di Preganziol, Quinto Zero Branco (Treviso) e Trebaseleghe (Padova) dove sono localizzate le sorgenti.