domenica 17 luglio 2011

Villa MORELLI - GIACOMINI a Chiarano provincia di Treviso

Nella nostra ricca e opulenta terra del Veneto esistono bellezze architettoniche e ambientali che tutto il mondo ci invidia.
Non tutti sanno però che alcune di queste sono sconosciute ai più per il semplice motivo che sono abbandonate e lasciate andare al loro destino per mancanza di fondi per il restauro o peggio per incuria.
Una di queste bellezze architettoniche abbandonate è Villa Morelli- Giacomini a Chiarano (TV).



Due studenti della Facoltà di Ingegneria di Padova, Ines Inglese e Simone Franzin, ne hanno fatto oggetto di studio complementare nelle loro tesi di laurea che hanno presentato in sede di discussione a Padova il 13 luglio 2011.



Si tratta di un lavoro che ha analizzato lo stato di conservazione e recupero di quella che era una delle ville più importanti del periodo veneziano della zona dell’opitergino.

Vicino al Piavon, in località Magnadola si trova infatti la seicentesca villa Giacomini-Morelli, ora in stato di pietoso degrado insieme con il piccolo ed elegante oratorio che si intravede dalla strada.

Il terreno adiacente alla villa è stato vincolato per secoli alla Fiera di San Piero: probabilmente fu questa l’area dove si svolse per secoli l’antichissima fiera del legname che fluitava lungo il Piavon. La fiera spostata a Ponte di Piave nel 1300 quando il Piavon rimase quasi a secco.


Una curiosità che ne avvalora l'importanza storica della villa:






nella villa Giacomini-Morelli fino al 1964, fu conservato il cartone preparatorio del dipinto “Il Quarto Stato” di Giuseppe Pelizza da Volpedo, il dipinto più famoso al mondo, forse secondo solo alla Gioconda di Leonardo Il disegno a carboncino su tela, riproduce in grandezza naturale la donna che avanza con il bambino in braccio.
Il disegno fu restaurato a Firenze qualche anno fa, ora si trova presso la Fondazione Giacomini a Motta di Livenza.
(per chi volesse approfondire vi consigliamo il libro: "Prima della pittura, la donna con il bambino del "Quarto Stato" di Sergio Momesso - Ed. Prioritarie)

Brevi note su CHIARANO
La villa si erge nel comune di Chiarano in provincia di Treviso.

Sorge nella parte centro-orientale del territorio della provincia di Treviso, un centro di pianura, di origine antica, lungo il canale Piavon, tra Motta di Livenza, Cessalto, Salgareda, Ponte di Piave, Oderzo e Gorgo al Monticano.
Il toponimo, “ciarón” nella dizione dialettale, deriva dal latino CLARIUS con l’aggiunta del suffisso -anus.
I numerosi rinvenimenti archeologici testimoniano una continuità d’insediamento dal Mille a.C. circa fino all’epoca romana. Nel X secolo era sotto la giurisdizione del vescovo di Belluno, successivamente sorsero controversie sul suo possesso tra lo stesso vescovo di Belluno, Ezzelino il Balbo, la repubblica di Venezia e i trevigiani.
Questi ultimi ne furono gli effettivi possidenti nel XII secolo, come attesta la presenza di alcuni vassalli di Fossalta. Nel corso dei secoli, ha subito invasioni, carestie, e, soprattutto, la grande alluvione della fine del ’500, che causò profondi mutamenti nel sistema idrogeologico; questi eventi, in determinati periodi, spinsero gli abitanti ad abbandonare le proprie terre.
Questa terra ospitò famiglie importanti, quali i Da Coderta, I Corner, i Benzon e i conti Zeno, che avevano diversi possedimenti nella zona. La sua storia seguente non evidenzia avvenimenti di particolare rilievo.
Del patrimonio storico, si conservano numerosi edifici a carattere civile tra cui va segnalata la settecentesca villa Zeno, costruita su una proprietà dei Padri di San Pietro di Castello di Venezia; la villa Piovesana, con una facciata con stucchi policromi; infine, la villa Vascellari, della fine del Cinquecento.
Per quanto riguarda, invece, l’architettura religiosa va segnalata la presenza della chiesa parrocchiale di San Marco, che custodisce internamente un prezioso organo, e la chiesa parrocchiale di San Bartolomeo, che, oltre a conservare anch’essa un organo, presenta all’interno un pregevole affresco di Antonio Vassilardi, detto l’Alienese, allievo del Veronese.
In questa cornice nel diciassettesimo secolo viene edificata dai CORNER questa sontuosa villa, della quale però non si hanno notizie certe dell'architetto progettista e della precisa data di costruzione.La villa denuncia un chiaro impianto classico sia in pianta che in alzato i fronti principali sono scanditi da sette assi di finestre con interasse maggiore man mano che ci si allontana dall’asse di simmetria verticale il piano nobile e’ caratterizzato da una trifora centinata che si affaccia su un balcone in pietra d’istria sorretto da quattro mensole a sbalzo l’impianto classico e’ visibile anche all’interno del corpo padronale formato da un salone centrale passante su quattro stanze e scala principale ortogonale al salone e in mezzo a due delle quattro stanze nel corpo padronale tutti i piani sono risolti con il terrazzo alla veneziana lavorato con motivi floreali e geometrici al piano nobile i solai sono lignei e al piano nobile le travi lignee sono decorate da motivi geometrici policromiDagli atti notarili si sono desunte le famiglie che si sono susseguite nella proprieta’ della villa:

CORNER (sicuramente dopo il 1695 anno in cui Bianca Corner sposa Girolamo Antonio Morelli)
MORELLI ( fino al 1811 come confermato dal Catasto Napoleonico)
CRISTOFOLETTI (dal 1811 anno in cui i Morelli affittano la villa ai fratelli Cristofoletti)
(Perizia del 1812 stilata dal perito pubblico Francesco Molmenti sulla base della quale e’ stato effettuato il rilievo funzionale dello stato originario). COLOMBO (di cui non si sono trovate notizie )
GIACOMINI (dai primi del 1900 fino al 1983)

Il lavoro di studio svolto con minuziosa analisi dello stato di conservazione delle opere murarie e verifica statica delle fondazioni, delle travature dei solai e della copertura, si conclude con una vera proposta di recupero sostanziale della villa con la trasformazione d’uso della stessa a sede municipale, comando polizia locale e biblioteca.

Una proposta che potrebbe sembrare, al di là della concretezza dell'esigenza del recupero abitativo e la riconversione d'uso in destinazione di pubblica utilità, oltremodo impegnativa e coraggiosa.
Ma le soluzioni architettoniche adottate, la ragionevolezza del rispetto dei volumi, le tecniche di costruzioni propspetatte, ne fanno un progetto di restauro moderno, coraggioso e rivoluzionario rispetto ai canoni usuali finora adottati.

In allegato di seguito pubblichiamo alcuni stralci della presentazione delle due tesi da parte di Ines Inglese e Simone Franzin nella discussione della loro tesi di Laurea quinquennale in Ingegneria edile presentata all’Università agli studi di Padova il 13 Luglio 2011.

Per vedere le due tesi complementari cliccare sui collegamenti in formato pdf riportati di seguito:

pdf 1° parte - SIMONE FRANZIN - Villa Morelli in Chiariano - Indagni statistiche preliminari e progetto degli interventi di recupero e riuso strutturale.

pdf 2° parte - SIMONE FRANZIN - Villa Morelli in Chiariano - Indagni statistiche preliminari e progetto degli interventi di recupero e riuso strutturale.


Alcune immagini dei rendering della Villa Morelli così come proposto nel riuso della destinazione a Centro Civico con sede Municipale con annesso Comando di Polizia Locale e Biblioteca, nelle due tesi complementari di Laurea di Ines Inglese e Simone Franzin discusse il 13 luglio 2011.




venerdì 15 ottobre 2010

MOSTRA CONCORSO "IL TUO COLORE PER LA SICUREZZA"

Viene inaugurata oggi sabato 16 ottobre alle ore 11.00 la mostra
"IL TUO COLORE PER LA SICUREZZA" concorso indetto dall'INAIL di Venezia presso la fondazione Maria delle Grazie a Mestre.

La mostra è un' occasione data agli artisti per creare dei dipinti con tematica sulla sicurezza nel lavoro.
Sono esposte quindi le opere in concorso per il II° premio "il tuo colore per la sicurezza" organizzato dalla sede veneziana dell'Inail.

Si è svolta la settimana scorsa la giornata delle vittime degli incidenti sul lavoro.
Secondo un comunicato dell'ANMIL, (associazione Nazionale Mutilati e Invalidi sul Lavoro) in Italia oltre mille persone hanno perso la vita nel 2009 per incidenti sul lavoro, circa 300 sono morte a seguito di una malattia professionale mentre 790mila sono stati gli infortunati. Queste cifre dimostrano, purtroppo, che l’impegno comune finora profuso non è assolutamente sufficiente a tutelare la salute dei lavoratori e per questo merita un’attenzione particolare nel nostro Paese, sia da parte della società civile che dalle istituzioni. Con questo obiettivo l’ANMIL intende richiamare l’attenzione sulla gravità di questo fenomeno, nell’ambito delle manifestazioni che si svolgeranno contemporaneamente in tutte le province d’Italia il prossimo 10 ottobre per la Giornata Nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro – istituzionalizzata con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri nel 1998 – cui parteciperanno le massime istituzioni per confrontarsi sulle politiche da attuare per invertire l’andamento infortunistico in modo significativo.
UNA MOSTRA DA NON PERDERE!!!

orario dalle 10.00 alle 12,30 e dalle 16.00 alle 19.00 tutti i giorni anche festivi fino al 28 ottobre

mercoledì 22 settembre 2010

LUCE, COLORE E IDEA DELLA VISIONE - opere di Giancarlo Pettenà in mostra alla Galleria La Cella

Sarà allestita alla galleria d'arte La Cella di Mestre dal 3 ottobre una mostra personale postuma del maestro Giancarlo Pettenà, recentemente scomparso.
Tra i fondatori della celebre galleria d'arte La Cella, Giancarlo Pettenà si è contraddistinto per la sua singolarità e per la sua capacità di trovare momenti di sintesi tra la materia, il segno e il colore.
Grafico incisore ha eseguito per anni l'arte calcografica con tutte le tecniche, per tornare negli ultimi anni alla pittura e all'acquerello.
Viene ricordato con l'esposizione di una breve selezione di acquerelli, acqueforti e acque tinte, anche alla maniera nera.


Ha scritto di lui Giulio Gasparotti:
ogni forma non è solamente forma, ogni colore e i passaggi nero-grigio-bianco si caricano di significati espressivi e di sentimento, nello stupore della scoperta.

la mostra sarà inaugurata domenica 3 ottobre
alle ore 10.30,

e continuerà fino al 17 ottobre,
con i seguenti orari:

feriali 18.00 - 19.00
festivi 10.30 - 12.30



lunedì 1 marzo 2010

Cosa vuol dire essere di sinistra a Spinea?






COSA VUOL DIRE ESSERE DI SINISTRA A SPINEA?


Cosa vuol dire oggi essere di sinistra?

Concepire il proprio orientamento politico non solo come una mera adesione ad una ideologia, ma come la principale indicazione di un modo di essere e di vivere.

In una società dominata dagli arrivisti e dai cortigiani dei potenti, molto spesso disposti a prostituirsi per una poltrona o per una prebenda, c'è ancora qualcuno che, con coraggio ed indipendenza, è capace di portare avanti le idee in cui crede, ancorchè sgradite ai centri di potere. Questo qualcuno, se disposto a seguire fino alla fine le sue verità e a combattere per esse, è di sinistra.

Dopo una breve ricerca su internet trovo questa semplice definizione, tratta da un blog di Carlo Dore Jr, mi ci soffermo, ci ragiono sopra e poi decido di condividerla.

Applicata a qualsiasi argomentazione politica, per la sua spaventevole essenzialità, si interpreta e volendo, diventa apllicabile a qualsiasi situazione, vicina o lontana, nel quotidiano di ogni realta cittadina, sia essa di partecipazione alla vita di un'associazione, del sindacato, del quartiere, delle amministrazioni pubbliche, dal singolo consiglio comunale, agli ambiti più importanti, via via allargandosi.

Niente ideologie, linee politiche, correnti di pensiero, materialismo storico o rivoluzione.

Solo un lucido, sensato pensiero sui valori a cui vorrebbero riferisi tutti quei cittadini stanchi di essere spettatori impotenti del teatrino della politica, barricata dietro ai propri rituali ormai triti e ritriti, ma che nonostante siano retorici e stantii, vengono riperpretati sia nelle campagne elettorali, sia nelle mancate applicazioni delle stesse promesse/aspettative nell'applicazione all vita reale, sia esso in una piccola città, che nelle grandi istituzioni.

Nel nostro piccolo, a Spinea, stiamo drammaticamente assistendo allo scempio delle aspettative dei migliaia di elettori che hanno sostenuto il cambiamento e hanno creduto nella riconversione in chiave sostenibile del futuro di Spinea.

Dopo dieci anni di governo della giunta palazzinara guidata da Tessari i cittadini di Spinea hanno voluto dare fiducia alla politica della sinistra (PD e coalizione) che postasi come alternativa ha avuto il consenso della maggioranza degli elettori.
Una grande vittoria, un grande risultato, unico grosso comune ad andare in controtendenza e a stravincere sugli agguerriti avversari del centro destra, ma anche una grande responsabilità.

Fiducia ma mal riposta sembrerebbe, - a dirloa malincuore è uno che, candidato di Spinea rossoverde, al ballottaggio ha fortemente sostenuto la candidatura di Checchin, in controtendenza anche con tutti gli altri della propria lista.

Devo ammettere che venerdì abbiamo assistito all'ennesima umiliante prostrazione, nell'ennesimo Consiglio Comunale pro-palazzinari.

La notizia è balzata sui giornali locali, con titoli che impietosi mettono a risalto l'incongruenza.

Approvando ulteriori costruzioni di abitazioni, quale consecuzione del potere/volere della peggior politica della vecchia giunta, nel cosidetto Piano Norma 20, approvato anche con i voti della minoranza titolare di quel piano, (e vorrei anche vedere..), si è perpetuata la dipendenza di questa amministrazione allo stravolere del centro destra che, non solo apparentemente, ma materialmente, sta ancora governando.

Questo è quello che tutti percepiscono, ed è difficile, se non impossibile, dimostrare il contrario.

Unica voce in controtendenza della maggioranza è il rappresentante dell'IDV Alfono Delfino che oggi chiude la polemica, aperta in consiglio dallo stesso sindaco, che lo richiama al voto, definendo l'astensione non significativa con una dichiarazione ai giornali:

Vogliamo dire al Sig. Sindaco che il nostro voto di astensione deriva
dal fatto di voler dare un segnale chiaro rispetto alla passata Amministrazione sull'edilizia e anche perchè sapevamo che era un iter a conclusione per il pn 20, una procedura quasi obbligata (vero in parte, si potevano chiedere delle modifiche migliorative, come gli spazi a verde pubblico per esempio), comunque noi dell'IDV non sentiamo la necessità di nuovi appartamenti a Spinea. Ribadiamo che sosteniamo e sosterremo questa Amministrazione in quanto non ha alternativa o paragoni con quella precedente. Ma se il Sindaco ci invita a votare contro, piuttosto che astenerci (ritenendo comunque che c'è una bella differenza fra i due comportamenti), vogliamo ricordare che possiamo sempre farlo con i prossimi provvedimenti che non ci convincono, se Lui preferisce questo?

Ecco perchè quella frase iniziale su cosa significa essere di sinistra mi ha colpito, perchè interpreta quello che un solo consigliere (nella attuale maggioranza che si definisce di sinistra) ha messo in pratica:

...c'è ancora qualcuno che, con coraggio ed indipendenza, è capace di portare avanti le idee in cui crede, ancorchè sgradite ai centri di potere. Questo qualcuno, se disposto a seguire fino alla fine le sue verità e a combattere per esse, è di sinistra.

V.F

lunedì 27 luglio 2009

L'ARCHITETTURA SOSTENIBILE DI GERNOT MINKE - La terra come materiale da costruzione -


Tesi di Simone Franzin

L'ARCHITETTURA SOSTENIBILE DI GERNOT MINKE - La terra come materiale da costruzione -

Il 24 Luglio presso la Facoltà di Ingegneria di Padova è stata presentata un'interessante Tesi di laurea che tratta in particolare della tecnica di costruzione con la terra cruda.

L'elaborato presentato dal laureando Simone Franzin, che potete trovare in allegato, cerca di mettere in rilievo lo studio e le opere che comprendono l'arco della la vita dell'architetto Gernot MInke.

L'opera di Minke viene rappresentata nel corso della tesi come una delle più rilevanti esperienze, anche se non l'unica, sulle tecniche di costruzione che adopera come materiale la terra cruda.

In un momento storico come questo, dove molto ancora c'è da studiare e realizzare per rendere economicamente e ed ecologicamente sostenibili le nostre abitazioni, si scopre che la tecnica più antica della terra, quella di costruire la propria abitazione con il fango, può dare risposte, alle richieste di risparmio, consumo delle energie etc.


Tesi Completa in PDF (cliccare qui e attendere apertura file pdf)

domenica 14 giugno 2009

DEMOLIZIONE EX SCUOLA PASCOLI A SPINEA - Se non possiamo salvare gli alberi, salviamo almeno i nidi


Uno dei candidati sindaci di Spinea, quello che rappresenta la continuità con la politica di 10 annni di cementificazione, durante la campagna elettorale ha tenuto tanto a presenziare alla cerimonia di abbattimento della ex scuola elementare Giovanni Pascoli, difronte alla chiesa di Santa Bertilla.
Chi non è di Spinea non può sapere che nel piano di desertificazione cementizia progettata negli ultimi 20 anni da varie giunte, quelle di centro sinistra prima, quelle di centro destra ora, c'è la realizzazione di una piazza proprio dove una volta esisteva una


scuola elementare con
l'abbattimento dell'annesso meraviglioso parco formato da una quindicina di alberi di alto fusto.
Al posto della scuola abbattuta sarà edificato un centro commerciale polifunzionale.
Quando la scure implacabile dell'impresa appaltatrice abbatterà le oltre quindici piante che fanno parte della piccola oasi che si è costituita negli anni nel giardino della scuola abbandonata è probabile che non ci sarà nessuna cerimonia, perchè ci sarebbe da vergognarsi.
Quando la giunta di centro destra guidata dal sindaco Tessari ha nel 2004 approvato la demolizione e il Piano Particolareggiato, ex Piano Norma 18, l'opposizione aveva temporaneamente bloccato la realizzazione del centro commerciale con interrogazioni e richieste di intervento della Sovrintendenza alla tutela dei monumenti storici, definendo la scuola un edificio da tutelare, suggerendo di salvarla e recuperarla.
La battaglia poltica e immobiliare alla fine l'ha vinta il centro destra e agli alberi, purtroppo, nessuno ha più pensato.
La progettazione fatta da architetti col pollice grigio e committenti altrettanto insensibii, non hanno disegnato il nuovo edificio con l'intento di preservare i numerosi alberi di Olmi, di Tigli e di Aceri del parco dell'ex scuola dal cemento dei loro nuovi edifici.
Ancor meno hanno pensato alle numerose specie di volatili che da anni nidificano in quegli alberi.
Ora la speranza di salvare gli alberi è legata solo ad un buon senso, che tutti sappiamo non governa nella logica del portafoglio e degli interessi immobiliaristi.
L'unica strada da percorrere è quella di tentare di salvare dall'abbattimento i nidi e i piccoli degli uccelli che nidificano in quegli alberi.
Per analogia con le specie presenti nel vicino parco della villa adiacente al Rio Cimetto e all'anagrafe dei volatili della zona, si può presumere che vi abbiano trovato dimora le specie che sono presenti in tutta l'area che comprende le ex cave e l'oasi dei vari parchi delle numerose ville venete presenti lungo via Roma oltre che quella del Parco Nuove Gemme.
Infatti si può ipotizzare che nel parco retrostante la ex scuola si è creato un biotopo naturale, essendoci presenza di piante tipiche delle siepi campestri, quali il Tiglio, l'Olmo e l'Acero, che ha favorito la nidificazione di alcune specie come per altre zone, con la presenza dell'allodola, del Gheppio e della Poiana, oltre che del Picchio rosso maggiore e del Cuculo.
Ora non è possibile stimare se vi sono ancora nidi con i piccoli o uova da schiudere, certo che una verifica è d'obbligo prima che siano abbattuti.
Occhio che questi non hanno sensibilità ambientale! bisogna fare qualcosa!

giovedì 4 giugno 2009

ACQUA PUBBLICA FINO AL 2018




Ezio Da Villa - VERDI
Assessore Politiche Ambientali : Rifiuti, Acqua, Aria, Energia, Controlli e sanzioni ;Pianificazione Ambientale, Parchi e Boschi; Ciclabilità (in accordo con l'Assessore alla Viabilità), Servizio Geologico, Tutela del territorio

"Solo un´attenta gestione pubblica può assicurare al territorio e ai cittadini, la tutela delle risorse idriche, l´equità delle tariffe e la trasparenza ed efficienza del servizio». «In molti comuni di altre province italiane - aggiunge - dove gli acquedotti, le fognature e la depurazione sono stati affidati ai privati, abbiamo riscontrato un aumento delle tariffe e un ingiustificato distacco tra cittadino e azienda di erogazione del servizio".








Tratto da La Nuova venezia

GIOVEDÌ, 04 GIUGNO 2009 Cronaca

Con un euro di acqua Veritas fai mille bottiglie di minerale

L´acqua di Veritas costa un euro a metro cubo, pari a mille bottiglie di minerale che costerebbero non meno di 400 euro. Un «privilegio» per 650 mila cittadini veneziani che, oltre a pagare una delle più basse tariffe praticate in Italia, beve dal rubinetto di casa acqua delle stesse sorgenti utilizzate da una nota marca di acqua minerale. Tutto ciò - osserva Ezio Da Villa almeno «fino al 2018, grazie alla gestione pubblica». «Tariffe contenute e alta qualità - sottolinea l´assessore provinciale all´Ambiente, Ezio Da Villa che è anche presidente dell´Aato Laguna, l´ente di bacino che gestisce il ciclo dell´acqua - non sarebbe possibile garantirli se non avessimo deciso pochi giorni fa di mantenere la gestione pubblica dell´acqua attraverso un´azienda come Veritas, società controllata dalle amministrazioni comunali e nella quale suono confluite Vesta, Asm, Asp e Spim». La scorsa settimana, infatti, con l´unanimità di consensi di 20 comuni della provincia di Venezia e i 5 di Treviso (dove sono dislocate le risorgive da cui preleva l´acqua) è stata approvata la decisione di mantenere «in house», cioè sotto il totale controllo pubblico - almeno fino al 2018, dopo di che si potrà rinnovare - del «servizio idrico integrato» che comprende oltre alla gestione dell´acquedotto che serve un bacino di 650 mila abitanti, anche la rete fognaria e gli impianti di depurazione che trattano «acque bianche e nere» prima di riversare le acque reflue nella laguna di Venezia. «Quella che abbiamo preso pochi giorni fa, tutti insieme e senza alcun distinguo, è una decisione storica e importantissima - sottolinea l´assessore provinciale all´Ambiente, Ezio Da Villa -. Solo un´attenta gestione pubblica può assicurare al territorio e ai cittadini, la tutela delle risorse idriche, l´equità delle tariffe e la trasparenza ed efficienza del servizio». «In molti comuni di altre province italiane - aggiunge - dove gli acquedotti, le fognature e la depurazione sono stati affidati ai privati, abbiamo riscontrato un aumento delle tariffe e un ingiustificato distacco tra cittadino e azienda di erogazione del servizio». Tariffe contenute e qualità dei servizi, infatti, sono i due cardini che hanno fatto decidere i 25 comuni governati tanto dal centrosinistra che dal centrodestra che fanno parte dell´Aato della Laguna, l´affidamento in «house», piuttosto che la privatizzazione - per farne un «business» ceduto a società private con una gara d´appalto - come hanno, invece, fatto molti comuni in Italia (sopratutto in Umbra, Toscana e Lazio) e in città Europee, come Parigi, per poi pentirsene. L´acqua potabile erogata da Veritas, meglio conosciuta anche come «l´acqua del sindaco» per la nota campagna di promozione, è di «ottima» qualità - come certificano i costanti controlli nazionali - ed è distribuita da una rete di tubazione di oltre 3.600 chilometri. Dai rubinetti del bacino servito da Veritas esce soprattutto acqua di falda, attinta da una sessantina di pozzi a una profondità cha varia da 60 e ultimamente, a causa dei prelievi eccessivi degli ultimi anni anche da parte dei privati, a 300 metri. In rete viene immessa anche una percentuale di acqua di superficie, potabilizzata nell´impianto di Cavanella (Chioggia), che tratta l´acqua dell´Adige, e di Cà Solaro (Mestre) che preleva l´acqua dal Sile, il principale fiume italiano di risorgiva. «Negli impianti di Veritas - spiega ancora Da Villa - è in funzione un sistema di filtri a carbone attivi in grado di migliorare il gusto e le caratteristiche dell´acqua potabilizzata, fino a renderla del tutto simile a quella di falda». Ogni anno Veritas effettua circa 10.000 esami di laboratorio e analizza oltre 200.000 parametri. I 25 comuni dell´Aato della Laguna sono - per nella provincia di Venezia -, Campagna Lupia, Campolongo, Camponogara, Cavallino-Treporti, Chioggia, Dolo, Fiesso, Fossò, Martellago, Mira, Mirano, Mogliano, Morgano, Noale, Pianiga, Salzano, Santa Maria di Sala, Scorzè, Spinea, Stra, Venezia, Vigonovo. A questi comuni si aggiungono quelli di Preganziol, Quinto Zero Branco (Treviso) e Trebaseleghe (Padova) dove sono localizzate le sorgenti.

venerdì 27 marzo 2009

Di Vittorio raccontato dalla figlia Baldina


Domenica 15 e lunedì 16 la Rai ha trasmesso una fiction e per una volta sono stato sorpreso.
Si perchè mi ero abituato a pensare che tutto sommato la tv assolve il compito di sospendere la riflessione e anestetizzare il cervello. In parte rimango della stessa opinione, per quanto la fiction su Di Vittorio, Pane e libertà, andata in onda il 15 e il 16 marzo scorsi sulla Rai ha generato in chi l'ha vista( più di 6 milioni) una sorta di stupore e commozione. Infatti la storia di Giuseppe Di Vittorio pochi la conoscevano, anche se questo grande uomo è stato l'artefice e padre fondatore dell grande sindacato CGIL.
La storia della sua vita raccontata in due episodi, tutti pensano sia sta romanzata e aggiustata per essere resa più avventurosa e drammatica, ma è realmente stata così.
Ad affermarlo è Baldina Di Vittorio 88 anni e mezzo, lucida testimone della vita di suo padre e dei fatti narrati nei due episodi trasmessi dalla Rai.
E' lei infatti che racconta nell'Unità di sabato 21 marzo che suo padre oltre ad essere stato un grande sindacalista, ad avere avuto posizioni coraggiose ma dolorose, come per esempio sull'invasione dell'Ungheria da parte dell'Unione Sovietica, sapeva essere un padre affettuoso.
Infatti il suo punto fermo era la sua famiglia, molte soddisafzioni, molte gioie ma anche dolore e conti salati da pagare con storia.
Nel suo ricordo di figlia c'è la vita di un uomo corragioso, un sindacalista e politico che ha dato un grande contributo a cambiare la società, ma che non ha mai dimenticato di essere un uomo fatto di passione, di amore.

Biografia (tratta da Wikipedia)

Gli anni giovanili

Figlio di braccianti agricoli che lavoravano la terra dei marchesi Rubino-Rossi di Cerignola. Già negli anni dell'adolescenza aveva iniziato un'intensa attività politica e sindacale; a 15 anni fu tra i promotori del Circolo giovanile socialista della città, mentre nel 1911 passò a dirigere la Camera del Lavoro di Minervino Murge; in seguito avrebbe diretto anche la Camera del Lavoro di Bari, dove organizzò la difesa della sede dell'associazione, sconfiggendo gli squadristi fascisti di Caradonna insieme con ex ufficiali legionari di Fiume, socialisti, comunisti, anarchici e Arditi del Popolo.

Di Vittorio sindacalista

Al centro dei problemi del lavoro c'era allora in Italia, come oggi, la questione meridionale. Nel 1912 Di Vittorio entrò nell'Unione Sindacale Italiana, arrivando in un anno nel comitato nazionale. Così come alcuni membri del sindacalismo rivoluzionario egli fu "interventista" riguardo alla prima guerra mondiale, a detta di Randolfo Pacciardi, smentito da Di Vittorio stesso in una intervista a Felice Chilanti.

Di Vittorio, a cui amici ed avversari riconobbero unanimi un grande buonsenso ed una ricca umanità, seppe farsi capire, grazie al suo linguaggio semplice ed efficace, sia dalla classe operaia, in rapido sviluppo nelle città, sia dai contadini ancora fermi ai margini della vita economica, sociale e culturale del Paese. Lui stesso era un autodidatta, entrato nella lotta sindacale e politica giovanissimo, inizialmente come socialista e successivamente come comunista, dal 1924, tre anni dopo la scissione di Livorno del 1921.

L'entrata in politica e il Fascismo

Nel 1921 viene eletto deputato mentre è detenuto nelle carceri di Lucera. La elezione a deputato avviene in circostanze del tutto eccezionali. Esse ci offrono un quadro della situazione non solo personale, ma ci indicano lo scontro sociale in atto tra la fine del 1920 e la metà del 1921. Condannato dal tribunale speciale fascista a 12 anni di carcere, nel 1925, riuscì a fuggire in Francia dove aveva rappresentato la disciolta Confederazione Generale Italiana del Lavoro nell'Internazionale dei sindacati rossi. Dal 1928 al 1930 soggiornò in Unione Sovietica e rappresentò l'Italia nella neonata Internazionale Contadina per poi tornare a Parigi ed entrare nel gruppo dirigente del PCI.

Durante la guerra d'Etiopia, su indicazione del Comintern, inviò una squadra di tre persone - tre comunisti - chiamati "i tre apostoli", fra cui Ilio Barontini, molto esperto in questo genere di missioni - con l'incarico di organizzare la guerriglia locale contro l'invasione fascista.

Il Dopoguerra

Insieme ad altri antifascisti partecipò alla guerra civile spagnola e, nel 1937, diresse a Parigi un giornale antifascista. Nel 1941 fu arrestato dalla polizia del regime e mandato al confino a Ventotene. Nel 1943 fu liberato dai partigiani e, negli ultimi due anni della seconda guerra mondiale, prese parte alla Resistenza tra le file delle Brigate Garibaldi.

Nel 1945 fu eletto segretario della CGIL, che era stata ricostituita l'anno prima con un accordo fra Di Vittorio, Achille Grandi e Bruno Buozzi. Quest'ultimo, ucciso dai nazisti la sera prima della firma del patto, fu sostituito da Oreste Lizzadri. I tre erano i rappresentanti delle principali correnti del sindacalismo italiano: comunista, cattolica e socialista. L'anno seguente, nel 1946, fu eletto deputato all'Assemblea Costituente con il PCI.

L'unità sindacale così raggiunta durò fino al 1948, quando, in occasione dello sciopero generale politico proclamato per l'attentato contro Palmiro Togliatti, la componente cattolica si separò e fondò un proprio sindacato, la CISL, presto imitata dai socialdemocratici che si raggrupparono nella UIL.

Nel 1956 suscitò scalpore la sua presa di posizione, difforme da quella ufficiale del PCI, contro l'intervento dell'esercito sovietico per reprimere la rivolta ungherese.

La fama ed il prestigio di Di Vittorio ebbero largo seguito tra la classe operaia ed il movimento sindacale di tutto il mondo tanto che, nel 1953, fu eletto presidente della Federazione Sindacale Mondiale.

Di Vittorio continuò a guidare la CGIL fino alla sua morte, avvenuta nel 1957 a Lecco, poco dopo un incontro con alcuni delegati sindacali.

il 3 novembre del 2007 Poste Italiane, a cinquant'anni dalla morte, ha emesso un francobollo dedicato a Giuseppe Di Vittorio.



Chi non fosse riuscito a vedere i due episodi può cliccare qui sotto su Rai Tv, buona visione, ne vale la pena.

Rai Tv - Pane e libertà - PRIMO EPISODIO

Rai Tv - Pane e libertà - SECONDO EPISODIO

giovedì 5 marzo 2009

DOPARIE

DOPARIE
(Consultazioni tra partiti e quella parte di cittadini che si riconoscono come loro elettori)

Cacofonica questa parola non rende subito il suo significato. Mette subito in moto il motore di ricerca nel nostro cervello, inutilmente, per quanto ci affanniamo non riusciamo a trovare nella nostra memoria "intellettuale" un termine simile.

Hanno fatto apposta, coloro che l'hanno coniato questo termine, per creare una sorta di "crash" intuitivo e riflessivo.

Si tratta di uno strumento innovativo, che permette attraverso il dialogo e una sana partecipazione alla politica, di ridare valore alla democrazia accorciando le attuali distanze tra politici e popolo.

E' una proposta pensata e realizzata da un gruppo di
impegno civile - un Tink Tank, una specie di Pensatoio - che ha come finalità principale quella di sensibilizzare sé stessi e l’opinione pubblica sui temi importanti che riguardano la società italiana (ad esempio: attività politica di governo e di opposizione).

Questo strumento ha il nome di: "doparie". Ossia: "primarie" svolte dopo le elezioni e vertenti su temi e questioni di governo. Le doparie potrebbero avere una duplice applicazione. Esse infatti, potrebbero essere sia consultive che propositive costruendo concretamente una serena democrazia partecipativa. Su Internet c'è una petizione supportata da centinaia di cittadini e intellettuali, a questo progetto. Sosteniamo questa proposta che difende i nostri diritti. Ragazzi, facciamo sentire la nostra voce!


Più in dettaglio: cosa sono?

Doparie: il nome può suonare male e sembrare strano; in realtà ha un significato duplice:

1) si collega al termine primarie: mentre le primarie si fanno prima delle elezioni per scegliere i leader, le doparie si fanno dopo le elezioni per prendere decisioni di opposizione o di governo;

2) fa venire in mente il fenomeno del doping, però, in questo caso si tratta di una doping benefico: come il movimento del corpo fa bene al cervello, creando un doping benefico negli sportivi ("positive addiction", Science, 2001), così i movimenti della società civile e la partecipazione democratica possono migliorare la qualità della democrazia rappresentativa e aiutare i partiti a governare o a fare opposizione.

Le doparie non sono state immaginate come referendum aperti alla partecipazione di tutti i cittadini italiani, bensì come consultazioni tra partiti e quella parte di cittadini che si riconoscono come loro elettori. I risultati delle doparie servono principalmente a riannodare il legame allentato e sfilacciato tra partiti e loro elettori, che è un fattore centrale della crisi delle odierne democrazie rappresentative.

Può un progetto scientifico sulle emozioni trasformarsi in un movimento di felicità popolare?

Adesioni alla proposta delle doparie

- "Ammazzateci tutti", ragazzi di Locri
- Associazione Caponnetto Lazio
- Oliviero Beha, giornalista e scrittore
- Cantiere per il bene comune di Calabria

- Cantiere per il bene comune di Umbria

- Cantiere per il bene comune di Emilia
- Tana de Zulueta, giornalista, ex vice presidente della Commissione Esteri alla Camera dei Deputati

- Antonio Di Pietro, presidente di Italia dei Valori, ex ministro
- Antonello Falomi, ex vice Capogruppo del Gruppo Rifondazione Comunista- Sinistra Europea alla Camera dei Deputati
- Filippo La Porta, saggista e critico letterario
- Mimmo Locasciulli, medico, cantautore e musicista
- Clotilde Pontecorvo, professoressa universitaria, La Sapienza Roma
- Lucia Colombo, professoressa universitaria, Università di Padova
- Gualtiero Rosella, sceneggiatore
- Clara Sereni, scrittrice
- Carlo Siliotto, compositore di musica per il cinema
- Mario Staibano, primario cardiochirurgo S. Filippo Neri di Roma, responsabile settore Sanità regione Lazio per l'Italia dei Valori

- Francesco Scardamaglia, produttore e sceneggiatore
- Elio Veltri, co-fondatore del Cantiere per il bene comune
- Alfonso Berardinelli, critico letterario

- Serafino D'Onofrio, consigliere comunale Bologna

- Cosimo De Nitto, insegnante

- Maria Letizia, attrice

- Carlo Pasini, produttore televisivo

- Margherita Hack (grazie all'interessamento di Nadia Scardeoni)

- Stefano Corradino, direttore del quotidiano on line Articolo 21

- Giancarlo Nobile

- Ugo Sansonetti

- Angelo Aiello, psicologo-psicoterapeuta

- Stefano Sabei
- Daniela Matronola, insegnante e scrittrice

- Elisa Traversa, avvocato e giudice di pace

- Dardano Sacchetti, sceneggiatore

- Serafino Murri. critico cinematografico e regista

- Dino Giarrusso, regista

- Nadia Scardeoni, critico d'arte

- Federico Pacifici, attore

- Adriano Angelini, giornalista e scrittore

- Francesco Cardellini

- Elisabetta Mattei, ricercatrice Cnr

- Fernando Bassoli, giornalista e scrittore

- Andrea Natoli

- Gabriella Belloni, regista e scrittrice

- Eleonora Regolini, Circolo dei lettori Biblioteca Basaglia di Roma

- Cristina Cellini, attrice e sceneggiatrice

- Cosimo De Nitto, insegnante

- Stefano Puglisi, ricercatore Cnr, Bari
- Giovanna Viganò, imprenditrice, Milano
- Rita Berardi, insegnante
- Stefano Ceccarelli, regista e sceneggiatore

- Roberta Santacesaria, professoressa universitaria, La Sapienza Roma

- Arturo Hermann, ricercatore Isae

- Attilio Vitali, geologo

- Nello Correale, regista

- Stefano Nolfi,ricercatore Cnr

- Sabrina Paravicini, attrice, scrittrice e filmaker

- Rosalia Grande, presidente Associazione Il divenire, Counselor clinico supervisore

- Alessandra Conversi

- Deborah

- Joe Losiggio

- Valentina Calabrese

- Andrea Di Paola

- Angelo Rega

- Anna Borghi, professore universitario

- Francesco Tuccino, sociologo

- Vittorio Marinelli, avvocato

- Stefano Murgo

- Stefano Abei

- Rosario Sena

- Marta Csabai, professoressa universitaria ungherese

- Giuseppe Pernice

- Sergio Mazza

- Giovanna Grimaldi

- Elisabetta Di Marino

- Elisabetta Del Signore

- Eugenio Alfano

- Laura Saggio

- Sergio Cevasco

- Claudio Pappalardo, regista

- Sabrina Zaninotto, psicoterapeuta

- I firmatari della petizione on line delle doparie: http://www.petitiononline.com/mod_perl/signed.cgi?doparie


domenica 8 febbraio 2009

TESTAMENTO BIOLOGICO


In italia, generalmente esiste un' idea molto vaga sul Testamento a fine ereditario e c'è molta confusione; su chi può farlo, su come si fa etc.
Ancora più disinformazione e reticenza c'è sul nuovo argomento del giorno: il Testamento biologico.
Il caso di Eluana Englaro oggi, e di Piergiorrgio Welby qualche tempo fa, hanno portato alla ribalta questo argomento poco noto.
Già nel 2007 Maurizio Terzilla e Umberto Veronesi hanno pubblicato un libro che si intitolava "Nessuno deve scegliere per noi" edito da Sperling & Kupfer sul testamento di vita, direttive anticipate. Infatti con questi termini si indica una dichiarazione con la quale ciascuno di noi, in piena libertà e consapevolezza, può esprimere la propria volontà circa le cure da ricevere nel caso perdesse la facoltà di decidere, a causa di una malattia o lesioni traumatiche irreversibili. Quali che siano i nostri sentimenti e le nostre convinzioni riguardo la morte e il significato del dolore, il problema resta lo stesso: di fronte alla capacità, che la medicina possiede, di allontanare il termine naturale della vita, chi fissa il limite degli interventi? La scienza, i medici, la legge? Gli autori di questo libro non hanno dubbi in proposito: nessuna autorità può decidere senza tenere conto della volontà del malato. E' giunto il momento di dare sicuri fondamenti giuridici al diritto inalienabile di scegliere come morire, come è già avvenuto in altri Paesi europei. La Fondazione Umberto Veronesi ha promosso la costituzione di un Movimento per il testamento biologico al quale aderiscono esperti in materia giuridica e medica che hanno lavorato alla presentazione di una proposta di legge.
Nei link che seguono si possono trovare gli indirizzi di alcuni siti che riportano lo schema per poterlo presentare già da adesso, con o senza deposito al Notaio.
Si perchè, come per il testamento tradizionale, basta che sia olografo (cioè scritto o firmato di proprio pugno), compilato in tre copie, una per se, una da far custodire ad una persona di fiducia, e una da inviare (focoltativo) alle varie associazioni che si stanno occupando di questo argomento.
Chi vuole approfondire di seguito vengono elencati questi link.
Fondazione Umberto Veronesi: Testamento Biologico
Testamento Biologico
Aduc - Testamento Biologico
A buon diritto - Associazione per le libertà
Libera uscita - associazione per la depenalizzazione dell'eutanasia
Napolitano - Si al testamento biologico

sabato 7 febbraio 2009

(Imperatore) Berlusconi I° , Ronde Padane, Delazioni e attacco alla Costituzione


vignetta tratta da: www.giornalettismo.it


Più cose stanno succedendo in questa prima settimana di febbraio.
Il passante non ancora terminato del tutto verrà ipocritamente inaugurato dal Presidente (Imperatore) Berlusconi I°, che dopo aver pontificato tutta ieri sull'etica della vita e della morte mistificando e usando il caso umano della famiglia Englaro per dare l'ultima spallata al nostro ordine costituzionale, domani sarà da queste parti con Galan e tutta la combriccola a congratularsi e ad autoincensarsi per la grande opera portata a termine, con 276 giorni di ritardo. Ma sappiamo tutti che non è ancora finita e che questi signori hanno la fregola di fare la farsa del taglio del nastro per non pagare le penali. Che importa dei possibili incidenti e della mancanza di sicurezza che l'arteria non ancora servita dall'apertura dei caselli (uno solo aperto su 4), se non ci sono le opere di mitigazione ambientale e complementari promesse ai comuni.
Intanto piove incessantemente e per la prima volta siamo tutti ad augurarci che domani mattina i cieli grigi carichi di pioggia si rovescino sulla testolina incatramata del nostro beneamato Presidente e che gli rovinino la ridicola festa.
Ma facciamo un passo indietro alle vicende parlamentari delle pseudo leggi "razziali" messe in campo da questa maggioranza.
Oltre alle leggi sulla riforma della giustizia questa settimana sono state approvate norme che riguardano la sicurezza. A questa maggioranza quando si parla di sicurezza vengono sempre in mente gli extracomunitari e allora cosa inventarsi se non reprimende ronde razziste e invito ai medici di denunciare gli extracomunitari che si rivolgono a loro per curarsi se sospetti di essere clandestini, con tanto di legge parlamentare.

Ma il culmine della vergogna per questa destra sempre più autoreferenziale e senza misura è il gusto sadico dimostrato nell'accanirsi contro la famiglia Englaro che sta cercando di far concludere nel migliore dei modi, autorizzati da una sentenza della Cassazione, nel migliore dei modi una -non- esistenza della figlia Eluana.
Non è bastato un Ministro (Sacconi) con minaccie di ritorsioni "politiche" alle strutture sanitarie che si rendono disponibili ad accogliere e accompagnare ad una -giusta- fine la povera Eluana, illuminato dalla fede (con il plauso del Vaticano) anche il Presidente (Imperatore) Berlusconi I° scende in campo dichiarando che se il Presidente della Repubblica si rifiuta, come ha fatto, di firmare il decreto di sospensione della sentenza della Cassazione, che autorizza i medici a cessare l'alimentazione artificiale, farà riunire il parlamento e farà fare una legge in due o tre giorni.
Se qualcuno pensa che le parole che il Presidente (Imperatore) Berlusconi I° ha pronunciato citando se stesso in qualità di padre, in riferimento al sentimento paterno che lo ispira ad assumere una posizione così grave, come quella di stravolgimento della Costituzione, siano corrispondenti ai sentimenti di un buon padre di famiglia, può star sicuro che sta sbagliando e di grosso.
Questo signore non ci ha pensato un attimo a strumentalizzare la vicenda, perchè gioca a favore, perchè fa leva su sentimenti vicini al cuore della gente, perchè fa gioco ruffiano all'ipocrisia bigotta del mondo cattolico/clericale , che così sarà ben disposto nei suoi confronti. Ma quello che a lui interessa è creare un grave precedente costituzionale, e per far questo ha usato la povera Eluana e la sua famiglia, come banco di prova mediatico, senza pudore e senza pietà.
Ancora una volta assistiamo ad una barbarie e alla lenta agonia della democrazia nel nostro paese.

Vieffe
8 febbraio 2009

mercoledì 14 gennaio 2009

Manifestazione contro i massacri di Gaza a Venezia


Chi c'era sabato pomeriggio a Venezia ha vissuto un'atmosfera di rabbia e di tristezza assieme. Non c'era la solita aria di festa che pervade le variopinte manifestazioni di sinistra. I colori erano forti, del sangue e della disperazione delle foto delle vittime dei massacri che l'esercito israeliano sta compiendo a Gaza, esibite con dignità e forza d'animo dai numerosi palestinesi presenti.
E' la prima manifestazione in provincia di Venezia contro il massacro che si sta svolgendo contro la popolazione palestinese. Fortemente voluta dalla comunità araba presente nel Veneto, è stata pensata a Venezia proprio perchè questa città ha sempre rappresentato per l'Europa una porta verso il medio oriente. Venezia città di pace che porta in se questo messaggio e che ha accolto più di 400 persone nonostante la temperatura rigida e le uova che un veneziano -filo israeliano- ha vigliaccamente tirato da una finestra, sulle teste dei partecipanti.
I disobbedienti, meno di una decina, bardati in assetto da rivolta (cappuccio e sciarpa), hanno tappezzato le mura ai bordi del percorso con dei manifesti che indicavano i nomi delle marche, invitavando al boicottaggio dei prodotti israeliani, (cosa peraltro gridata e richiesta dai numerosi palestinesi presenti al corteo).

Devo ammettere che a parte i contenuti dei manifesti condivisibili, che hanno attaccato ogni 50 metri con impegno e metodologia, i loro modi aggressivi e minacciosi, hanno rischiato di compromettere la manifestazione pacifica, disattendendo la richiesta della delegazione di arabi palestinesi, che alla partenza avevano espresso il desiderio di fare una manifestazione pacifica.
Infatti i numerosi poliziotti in borghese erano impegnatissimi a riprendere e ad osservare da vicino i giovani dei centri sociali, e per poco si è sfiorato l'incidente, all'inizio e durante il percorso. La manifestazione comunque si è svolta, nonostante questa pesante presenza di poliziotti in borghese, del tutto disinteressati al corteo, ma fortemente attratti dai giovani disobbedienti, pacificamente.
Partenza alle 15.00 dal nuovo ponte della Costituzione, dopo una breve sosta davanti alla Rai in campo san geremia e in campo San Bartolomio, è giunta in Campo Santa Margherita dopo circa due ore, dove a conclusione ci sono stati alcuni interventi che tra gli altri, hanno annunciato un incontro lunedì 12 in sede del consiglio di quartiere di Marghera, sempre promosso dalla Comunità Araba di Venezia.

Il senso di questa manifestazione sta tutto nella solidarietà (unica cosa che si riesce a fare) e nella forza e coraggio a resistere che quel popolo riesce a trarre , nonostante tutto il mondo, anche la diplomazia, si sono girati dall'altra parte, per loro è importante sapere che anche in Italia c'è qualcuno che si indigna e che protesta, nonostante la cattiva informazione e la copertura e mistificazione che il governo filo isareliano stà facendo di questo ignobile massacro.

martedì 6 gennaio 2009

ISRAELE - ARMI PROIBITE CONTRO GAZA


L’attacco armato scatenato nella striscia di Gaza mi ha sconvolto.

Non riesco a sopportare l’idea che un popolo che si definisce civile stia con inumana ferocia, dimostrando che si può mistificare e strumentalizzare, un determinato periodo, una colpevole omertà e indifferenza mondiale, attaccando e bombardando un popolo stremato, isolato, affamato da due anni di embargo e di chiusura dei valichi.

In una situazione così sfavorevole come quella che sta vivendo quel milione e mezzo di persone assiepate in un fazzoletto di terra lungo 41 km e largo 10.

Oggi in questo paese che ricordo è quello con la densità abitativa più alta al mondo (26000 abitanti per kmq) altri attacchi ad una scuola con 30 morti e 50 feriti, il bilancio risulta oggi 11° giorno di guerra di 635 morti.

Una notizia che ho trovato sul sito Infopal mi ha oltremodo colpito e fatto incazzare.

Bombardare scuole e abitazioni di civili inermi con la scusa che vogliono colpire i centri di comando di Hamas è la logica di questo attacco incivile e barbaro, ma che per farlo Israele usi proiettili al fosforo bianco, credo sia il segnale che questo Paese ha raggiunto livelli di imbarbarimento e ingiustificata bestialità inaccettabili.

Ho trovato questa notizia nel sito Info-Pal che riporto integralmente nella sua cruda brevità:

LONDRA - Grave denuncia del quotidiano britannico "Times" controIsraele. Nell'offensiva di terra nella Striscia di Gaza l'esercito starebbe usando i controversi proiettili al fosforo bianco. Si tratta di armi che creano spesse cortine fumogene ma che possono anche causare terribili ustioni. Le stesse munizioni usate dagli Usa in Iraq nel novembre del 2004 a Falluja. Il Trattato di Ginevra del 1980 stabilisce che il fosforo bianco "non puo' essere usato come arma da
guerra nelle aree popolate da civili". (Agr)


In questi giorni di drammatici appelli alla tregua e al cessate il fuoco, non resta altro che cercare informazioni nel Web per avere una visione corretta e diretta dei fatti che succedono, e chi cerca nei vari siti indipendenti può scoprire che non solo a Falluja in Irak sono state usate queste armi proibite, ma a sperimentarle sulla loro pelle sono gli stessi palestinesi della Striscia. Fonte l’altralombardia:


il 10 Novembre 2005, il giornale israeliano Haaretz pubblica l’articolo intitolato “Le forze di difesa israeliane usano proiettili al fosforo nelle esercitazioni, contro la legge internazionale.

L’11 Luglio 2006 Il ministro della sanità Palestinese accusa l’esercito israeliano di usare armi proibite contro i Palestinesi nella striscia di Gaza e chiede alla comunità internazionale ed alle organizzazioni umanitarie di inviare commissioni speciali di indagine sull’uso di queste armi. Le sue accuse si basano sulle testimonianze dei medici che operano nei 22 ospedali della Striscia di Gaza e che dichiarano che le ferite dei ricoverati sono insolite.

Circa 249 Palestinesi sono stati feriti dall’inizio dell’invasione della Striscia da parte dell’esercito israeliano e la maggior parte delle ferite sono provocate da proiettili nuovi e sofisticati che provocano amputazione degli arti e bruciature interne.

Quando il proiettile esplode si trasforma in piccoli pezzi come granelli di sabbia che entrano da più parti nel corpo ed escono espandendosi causando lacerazioni ed emorragie interne. L’esame dei raggi X non rivela la presenza di alcuna scheggia come invece succede nelle ferite causate dalle granate, e il tessuto morto è particolarmente esteso e in profondità. Questo causa nella maggior parte dei casi delle gravi infezioni che non lasciano altra scelta che l’amputazione della parte lesa. La mortalità è comunque altissima anche dopo le amputazioni.